Max(mini)imum

lo-zaino-di-max-photo-by-Tiziana-Bergantin-B301Premetto che non è facile parlare di amici che si conoscono da sempre. Non so nemmeno da dove cominciare. In realtà voglio parlarti di lui perché lo considero un grande viaggiatore e sapevo già che avrebbe rifiutato di scrivere la sua storia quando glielo chiesi, perché la sua indole poco incline all’esibizionismo lo porta ad essere un po’ schivo. Superbia e presunzione sono lontani dal suo modo d’essere migliaia di chilometri ed è per questo che lo consideriamo un amico speciale. Lo zaino per volare altrove, lontano da casa, Max lo indossa per la prima volta molti anni fa quando, ragazzino appena quindicenne, prende il treno all’insaputa dei genitori e va a Roma con alcuni compagni. Da quel momento Max comprende che viaggiare gli è indispensabile. Conoscere il mondo al di là del portone di casa per lui diventa un bisogno fisico e mentale e il suo viaggio comincia. Già da subito si approccia in modo del tutto personale alle esplorazioni, non rispecchia i canoni del perfetto turista alla ricerca di monumenti, di opere d’arte, la ricerca spinge Max più verso la scoperta di chi abita quei luoghi e da persona intelligente lo fa in modo curioso ma discreto. Sia che si trovi in una capitale europea come a Parigi, sia che si trovi a Nuova Delhi o sulle Ande, l’impatto con altre realtà differenti dalla sua lo incuriosisce e lo porta a scoprire percorsi non convenzionali. Quando visita una città, un luogo, predilige percorsi meno frequentati dai turisti, gli piace confondersi tra gli abitanti del posto osservando la vita nel suo quotidiano, in questo modo riesce a cogliere sottili sfumature che solo una persona sensibile come lui sa cogliere.

Come ho detto Max inizia le sue scoperte in compagnia di amici, poi gli anni passano, per ognuno di loro la vita destina strade diverse e lui inizia a viaggiare da solo. Il Sud America lo attrae, la storia dei paesi latini cattura la sua attenzione da sempre e finalmente può percorrere le stesse strade dei personaggi divenuti leggendari, toccare con mano la realtà di quel popolo non gli sembra vero. Ci ritorna parecchie volte per lunghi periodi, gli anni passano, il ragazzo diventa uomo ma la sua curiosità non si frena, ogni volta ritorna per scoprire di più, un viso, una stretta di mano, un pranzo improvvisato in una locanda, una corsa sotto la pioggia, la bella sensazione di una camminata su un ghiacciaio spettacolare.
Al ritorno di un viaggio ci racconta poco, a spizzichi, e se gli chiedo “hai fatto foto?” so già che risponderà tergiversando. Nel mio bagaglio è impensabile programmare un viaggio senza includere una fotocamera nella lista, anche Max la porta con se ma non credo che la usi molto, ho avuto il privilegio di vedere solo alcune rare immagini. Per lui non è importante imprimere le immagini in una macchina, l’obbiettivo sono i suoi occhi e salva le immagini in memoria. Non importa “stampare” i momenti più belli, ciò che importa è viverli. Il sud del continente americano è ormai diventata una meta fissa. Quando parte alla scoperta di un nuovo paese si documenta in modo capillare, si immerge nella letteratura di autori del luogo, sfoglia guide per mesi e anche se negli ultimi anni le visite sono sempre più concentrate solo su alcuni paesi, le scoperte non finiscono mai.

Sorrido pensando al suo bagaglio essenziale, uno zaino di piccole dimensioni che contiene poche cose. Calza un paio di scarpe adatto a tutte le situazioni climatiche, indossa una giacca impermeabile e poco altro ancora, come lui dice “solo il necessario“. La sua filosofia è viaggiare dedicando il giusto tempo alle cose da vivere in quel momento, togliendo tutto il superfluo e il suo bagaglio è perfettamente in linea con il suo pensiero. Sorrido perché, mentre faccio una foto al suo bagaglio penso al mio, dopo molti anni è ancora alla ricerca di una sua dimensione essenziale ma in fondo in fondo so che aspira a diventare un mega set di valige per farci entrare tutta la mia casa in miniatura. Ascoltare i “non racconti” di Max mi fa comprendere che esistono diversi modi di viaggiare.

Grande ammirazione per questo “ragazzo”.

4 pensieri su “Max(mini)imum

  1. Ciao Tizi
    trovo che la frase:
    Da quel momento Max comprende che viaggiare gli è indispensabile. Conoscere il mondo al di là del portone di casa per lui diventa un bisogno fisico e mentale e il suo viaggio comincia.
    Sia l’essenza di ogni viaggiatore 🙂
    Buon viaggio…
    Stefano

    "Mi piace"

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