Come ho detto Max inizia le sue scoperte in compagnia di amici, poi gli anni passano, per ognuno di loro la vita destina strade diverse e lui inizia a viaggiare da solo. Il Sud America lo attrae, la storia dei paesi latini cattura la sua attenzione da sempre e finalmente può percorrere le stesse strade dei personaggi divenuti leggendari, toccare con mano la realtà di quel popolo non gli sembra vero. Ci ritorna parecchie volte per lunghi periodi, gli anni passano, il ragazzo diventa uomo ma la sua curiosità non si frena, ogni volta ritorna per scoprire di più, un viso, una stretta di mano, un pranzo improvvisato in una locanda, una corsa sotto la pioggia, la bella sensazione di una camminata su un ghiacciaio spettacolare.
Al ritorno di un viaggio ci racconta poco, a spizzichi, e se gli chiedo “hai fatto foto?” so già che risponderà tergiversando. Nel mio bagaglio è impensabile programmare un viaggio senza includere una fotocamera nella lista, anche Max la porta con se ma non credo che la usi molto, ho avuto il privilegio di vedere solo alcune rare immagini. Per lui non è importante imprimere le immagini in una macchina, l’obbiettivo sono i suoi occhi e salva le immagini in memoria. Non importa “stampare” i momenti più belli, ciò che importa è viverli. Il sud del continente americano è ormai diventata una meta fissa. Quando parte alla scoperta di un nuovo paese si documenta in modo capillare, si immerge nella letteratura di autori del luogo, sfoglia guide per mesi e anche se negli ultimi anni le visite sono sempre più concentrate solo su alcuni paesi, le scoperte non finiscono mai.
Sorrido pensando al suo bagaglio essenziale, uno zaino di piccole dimensioni che contiene poche cose. Calza un paio di scarpe adatto a tutte le situazioni climatiche, indossa una giacca impermeabile e poco altro ancora, come lui dice “solo il necessario“. La sua filosofia è viaggiare dedicando il giusto tempo alle cose da vivere in quel momento, togliendo tutto il superfluo e il suo bagaglio è perfettamente in linea con il suo pensiero. Sorrido perché, mentre faccio una foto al suo bagaglio penso al mio, dopo molti anni è ancora alla ricerca di una sua dimensione essenziale ma in fondo in fondo so che aspira a diventare un mega set di valige per farci entrare tutta la mia casa in miniatura. Ascoltare i “non racconti” di Max mi fa comprendere che esistono diversi modi di viaggiare.
Grande ammirazione per questo “ragazzo”.
Ciao Tizi
trovo che la frase:
Da quel momento Max comprende che viaggiare gli è indispensabile. Conoscere il mondo al di là del portone di casa per lui diventa un bisogno fisico e mentale e il suo viaggio comincia.
Sia l’essenza di ogni viaggiatore 🙂
Buon viaggio…
Stefano
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Ciao Stefano. Si hai ragione, è proprio questo l’approccio ideale. Un saluto.
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Viaggiare “leggeri” per una donna è una grande utopia… In ogni caso invidio molto il tuo amico e i suoi viaggi.
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Ciao… (non so il tuo nome)
Già, noi donne forse abbiamo bisogno di più sicurezze, per questo le nostre borse sono sempre super piene 🙂
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