Due mari sotto il tacco

Costa-salentina-photo-by-Tiziana-Bergantin-B401La scoperta del Salento è in cima alla lista dei nostri viaggi preferiti. Percorrere la litoranea salentina è stato il momento più ricco di belle sensazioni di tutto il viaggio, tant’è che l’abbiamo ripetuta più di una volta confortati dal fatto che la viabilità nel mese di settembre gioca a favore. La strada millecurve, che da Otranto arriva a Santa Maria di Leuca, si apre su scenari naturalistici dall’aspetto aspro, roccioso, selvaggio, costeggia il mare e toglie il fiato con i suoi spettacolari panorami. La nostra corsa è stata interrotta da numerose tappe impreviste, d’altra parte non potevamo evitare di fermarci, il blu intenso del mare era un invito irresistibile. La vista di un sentiero tra gli alti cespugli sulla costa, lo scorcio di una scogliera a picco sul mare, diventavano una sosta obbligata. Arrivati in prossimità di Punta Ristola, tra le le onde del mare, là dove l’uomo ha deciso di tracciare confini, una linea invisibile indica che da una parte finisce il mare chiamato Ionio e dall’altra inizia l’Adriatico. Il suggerimento che mi sento di darvi è quello di lasciare a casa l’orologio, imbracciare una bicicletta (se avete buoni muscoli) e gustarvi una giornata plein air percorrendo questo spettacolare tratto costiero immerso nella natura. 

Se dopo questa ode non sono ancora riuscita a stuzzicare la vostra curiosità, vediamo cos’altro si può incontrare sulla bella via.

Collage-costa-salento-photo-by-Tiziana-Bergantin-B402

Olive, olive, olive… olive.

Percorrendo la Puglia abbiamo visto molte coltivazioni di ulivi, consiglio a tutti di addentrarvi almeno per una volta in un uliveto, godetevi una rilassante passeggiata tra gli alberi, è un’esperienza che non si dimentica. Osservando il complicato intreccio dei rami di esemplari secolari è stato come incontrare vecchi saggi seduti a raccontare storie antiche. Sulle stradine interne noterete indicazioni di piccole aziende produttrici di olio, approfittatene, entrate a chiedere informazioni, ne vale la pena. Se siete fortunati come noi potreste portare a casa un meraviglioso prodotto della terra rossa salentina e potreste ritrovarvi seduti a un tavolo, sotto un porticato, invitati per una degustazione dell’oro verde, chiacchierando con due persone che vi parlano del sorprendente mondo che gira attorno all’olio.

Ulivi-del-Salento-photo-by-Tiziana-Bergantin-B403

Le torri costiere.

Il Salento, per sua conformazione geografica, è uno sperone proteso verso il mare e le torri hanno sempre caratterizzato le zone costiere fin dai tempi più antichi, ma  verso la metà del ‘500, in seguito alle terribili invasioni da parte dei saraceni, il governatorato aragonese ne fa un punto di forza e decide di rafforzare le difese costruendo numerose torri di avvistamento. Alcune per difesa, altre adibite a fari, sorgono come baluardo a tutela del territorio. Oggi sulla litoranea se ne trovano molte, alcune conservano ancora la loro impronta originale, altre sono in stato di abbandono, altre ancora ormai sono ridotte a ruderi. La cosa interessante è che di solito occupano una posizione invidiabile, come ad esempio Torre Minervino, presso Santa Cesarea Terme, che domina dall’alto della scogliera tutto il tratto di mare fino a Punta Palascia, il punto più orientale d’Italia. 

Salento-torri-costiere-photo-by-Tiziana-Bergantin-B404

La grotta Zinzulusa

Nei pressi di Castro viveva una volta un uomo molto potente e molto avaro. Dopo anni di sofferenze la moglie morì mentre la figlia viveva di stenti e vestiva di stracci. Un giorno, la fata buona che viveva nel bosco vicino si mosse a compassione, prese l’uomo malvagio e lo gettò in una grotta che si affacciava sul mare, sprofondando al suolo formò un laghetto nel quale sgorgarono acque malvagie. La figlia, finalmente liberata dal tiranno, sposò l’amato e affidò i suoi abiti stracciati al vento che li posò proprio sulle pareti della grotta, per magia gli stracci si pietrificarono.

Questa è una delle versioni sulla leggenda della grotta e i suoi zinzuli (stracci) che pendono dal soffitto della cavità, in realtà sono concrezioni calcaree che ricordano per l’appunto dei cenci. Se volete visitare la Zinzulusa sarete accompagnati da una guida che vi racconterà la storia della grotta fino ai giorni nostri. Grande interesse per la numerosa e originale popolazione faunistica che vive all’interno della grotta. Il sito si trova in località Castro, arrivarci da terra è facile, una comoda scaletta che lambisce il mare vi condurrà all’interno. Vi consiglio di portare con voi un telo di spugna, l’interno è ad alto tasso di umidità.

grotta- zinzulusa-photo-by-Tiziana-Bergantin-B405

Articoli correlati

Gallipoli sul ponte di mezzo

Pantaleone e il mosaico calpestato

Otranto la bella d’Oriente

Link utili

Grotta Zinzulusa

Comune di Otranto

Santa Maria di Leuca (frazione di Castrignano dl Capo)

3 pensieri su “Due mari sotto il tacco

Se vuoi lascia il tuo commento.