Abruzzo. Santo Stefano di Sessanio

Riprendiamo il nostro viaggio in Abruzzo.
Arrivati alla piana di Campo Imperatore abbiamo cercato le indicazioni per il borgo. La strada, è piuttosto stretta in certi punti ed è tutta a curve. Dopo alcuni chilometri, girando un tornante, eccolo, il piccolo borgo medievale, adagiato su di un un colle, fa capolino al centro di quei monti. Non è altezzoso, non è prepotente, non presuntuoso, anzi è quasi timido, sembra nascondersi al centro di questi rilievi, che come gentili sentinelle proteggono un tesoro. Santo Stefano di Sessanio è un luogo incantevole.
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Lasciata la macchina, si entra in una città semi deserta. Oltrepassata un’antica porta con lo stemma mediceo, notiamo subito la bellezza di questo sito. Le case costruite in pietra bianca ora mostrano i segni del tempo, una patina opaca e scura le ricopre come un manto, offuscandone in parte l’antica grazia. Rimango affascinata da porte, portali e finestre. Ogni porta, ogni finestra, anche la più modesta, è abbellita da eleganti fregi. L’impronta dei Medici rimane ancora ben visibile. Molte abitazioni ridotte a rovine, altre invece sono ancora ben conservate.
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Tra le tortuose stradine del borgo vi sono scorci incantevoli, portici suggestivi, arcate imponenti. Nella parte alta del centro non molto tempo fa svettava il simbolo del borgo, la torre del trecento (detta medicea), che ricorda tanto la torre del gioco degli scacchi. Oggi gli abitanti di Santo Stefano hanno perso il loro simbolo, il terremoto del 2009 l’ha distrutta. In attesa della ricostruzione è stata messa una impalcatura che la rappresenta.
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Santo Stefano deve molto a una persona che tutti chiamano “l’uomo che salva i borghi” Daniel Kihlgren il quale, passando per caso con la sua moto in questo posto, se ne innamorò e diede origine ad un progetto di notevole interesse. Cominciò ad acquistare alcune abitazione in rovina e con l’aiuto degli abitanti, usando materiali del luogo, cominciò la fase di recupero. 
Alla fine il progetto prese corpo, nacque l’idea di un albergo diffuso, gli ospiti dovevano vivere con la gente del borgo, senza sconvolgere la vera essenza del luogo. Gli abitanti di Santo Stefano hanno imparato da Daniel a credere in un sogno, molti, dopo di lui stanno ricostruendo il borgo. Quanti Daniel dotati di queste capacità ci vorrebbero per ristrutturare l’immenso patrimonio italiano?
Prima di ripartire abbiamo acquistato, in un bellissimo negozietto, una speciale curiosità: zollette di zucchero immerse in alcool puro e ginepro, roba da veri uomini!
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La protagonista della cucina di Santo Stefano è la lenticchia che viene coltivata nei terreni di alta montagna, ogni famiglia ha una propria versione. Il piatto del borgo è una zuppa di lenticchie servita con quadratini di pane fritto in olio di oliva, è la più nota tra le minestre basate su questo legume, che possono essere cucinate anche con le patate, le volarelle (pasta fatta in casa, tagliata a quadretti) e la salsiccia. 

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23 pensieri su “Abruzzo. Santo Stefano di Sessanio

  1. La mia terra, vado spessissimo a Santo Stefano, ci vivo vicino… è lo specchio della decadenza post terremoto. Ma ha mantenuto il suo fascino, soprattutto quando nevica, d'inverno 🙂 Un bacio

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  2. Dopo essere rimasto a bocca aperta ad ammirare la bellissima foto di inizio post,sono passato a leggere tutto il resto,ben documentato e molto interessante.
    E'una zona dell'Abruzzo che non conosco,ma che vorrei andare a conoscere.

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  3. Che bello venire in questo blog e fare quattro passi per il mondo insieme a chi lo sa guardare, apprezzare, descrivere ed amare. Bellissimo farli in Abruzzo, sono stata a Campa Imperatore per un campo-scuola con l'ACR e conservo un ottimo ricordo.
    Tornerò presto a trovarti e fermarmi un po' da te con piacere!
    ciao
    Rita

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  4. l'Abruzzo l'ho attraversato ma purtroppo solo per arrivare in Puglia! la prossima volta dovrò visitarlo con più attenzione perché dalle foto che vedo qui sembra davvero un angolo di paradiso tutto da scoprire! 😀

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  5. Sono stata a campo Imperatore quando i bambini erano piccoli. Un questo paese non simao arrivati. Molto belle le foto: anch'io adoro immortalare porte e finestre e porticati con scalinate.
    Buona estate!

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  6. si ci sono stato prima e dopo la torre 😦 cmq il ristorante l'ho provato la seconda volta (la prima mi ero solo innamorato del posto e la seconda l'ho utilizzato come location di impatto per una gitarella marpiona 😉 ).
    Sara adesso trovi qualche impalcatura in più e appunto si è perso lo “skyline” con torre..ma resta cmq un posto magico!

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  7. Che peccato però!
    certo che la nostra bellissima Italia che trema è sempre a rischio! Secoli di storia che van giù in pochi secondi e si sa che ricostruire costa..
    W tutti i Daniel di questo mondo!
    Una domanda, se ci passassi ora.. che trovo?
    Un abbraccio!
    🙂

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  8. ciao tiziana
    bello l'abruzzo!!!
    anche quella è una zona che non ho mai visitato con cura e il tuo post sta risvegliando in me la voglia di partire…
    aspetto la continuazione 😉
    dopo queste meravigliose foto condite con quella zuppa di lenticchie che sto immaginando … aspetto il resto ^_____^

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  9. Quando ci fu il terromoto e la torre venne giù piansi.
    Quella vacanza è stata bellissima e la fortuna di aver visto il borgo così come l'hai visto tu prima del disastro mi commuove ancora.
    Un abbraccio

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  10. SABRINA si belli davvero.

    NEGA ciao tesoro se ti capita vai, quella zona è da favola.

    ANDREA ci sei stato? Certo, per te che sei più vicino è più facile che per me che vengo da lontano. Come vedi mi piace andare a scovare le meraviglie che ci offre la nostra bella Italia. Peccato non aver provato le stanze per una volta si poteva fare. Grazie.

    ILA quella zona è costellata da molti borghi e sono tutti da vedere. Purtroppo non sono stata in queste stanze, perché alloggiavo altrove, ma quando ho saputo…sai che bello dev'essere?

    MARK Non saprei, ti assicuro che mi rattrista pensare che molte delle cose che ho visto in quel periodo ora non ci sono più. Guarda che il caldo lassù non si sente, c'è sempre un bel venticello (siamo a oltre 1500 metri. Ciao

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  11. Una torre in metallo in attesa della ricostruzione o simbolo dell'abbandono di un paese?
    Bello e malinconico, anche che se con questo caldo la zuppo mi farebbe barcollare
    …..continua 🙂

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  12. Cara Tizi, non conoscevo questo posto e questo borgo, e immagino che in giro per l'Italia ce ne siano tanti altri di ancora sconosciuti ai più. Apprezzo l'idea di mantenere inalterata l'atmosfera a la vita di queste perle incontaminate dalla frenesia e dalla modernità, questo Daniel è stato veramente un portento…ma tu hai soggiornato in una di queste stanze?
    Ciao a presto cara

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  13. Posto meraviglioso. Il ristorante e l'enoteca dell'albergo diffuso sono una vera e propria esperienza che ti permette di cenare a lume di candela nell'atmosfera di una vecchia casa di montagna, tra caminetti e vecchi utensili da cucina. L'enoteca ha prezzi superabbordabili, mentre il ristorante ha un menu fisso (vino compreso) dall'antipasto al dolce a 50 euro a persona..che non è poco, ma per una volta e per una romanticissima cena a due vale veramente la pena!!

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