Invasioni Digitali ad Alessandria – seconda parte

L’invasione al Museo Gambarina di Alessandria continua.
Idealmente il percorso all’interno del museo, viene rappresentato dal nonno che accompagna il suo nipotino ad affacciarsi alle finestre del passato. Nel post precedente ci eravamo lasciati mentre scoprivamo scene di vita contadina e il cammino si conclude in festa, spunta una chitarra e alcuni cantori intonano canti popolari.  E non mancano nemmeno i balli (vedi video).
Saliamo al piano superiore. La direttrice Elena Garneri con i volontari del museo illustrano il percorso delle sale a tema.
I racconti si intrecciano e emergono storie interessanti come ad esempio una struggente vicenda di due divise che poi si sono ritrovate qui dopo percorsi diversi. Scopro poi che il signor Borsalino nasce proprio qui ad Alessandria nel 1857. Le sue creazioni, com’è noto, diventano ben presto un’icona di eleganza tra i copricapi maschili.
I famosi cappelli di Giuseppe Borsalino diventano così conosciuti da essere molto apprezzati anche dai protagonisti del cinema internazionale.
Alla fine di un corridoio è allestita una vera classe di scuola degli anni trenta. Su prenotazione le scolaresche possono vivere un’esperienza singolare assistendo a una lezione sui banchi di legno del passato.
Gli “Amici del Museo” ci accolgono nella sala multimediale con i figuranti in costume cantando una ballata popolare. Nell’ultima sala, con nostra grande sorpresa, scopriamo che il museo ospita la più grande esposizione permanente di Origami in Italia. E’ un mondo che mi era completamente sconosciuto. Ci sono alcune origamiste all’opera.
Gli oggetti che riescono a creare sono incredibili. Parlando con Elena Oddone, origamista di grande esperienza, pluripremiata, mi apre il suo mondo. La passione di Elena nasce all’età di nove anni dopo che il fratello le distrugge il simbolo della pace nel Giappone, l’origami meglio noto come grù. Elena vuole riprodurre il piccolo oggetto andato perduto e da quel momento inizia il suo percorso nel mondo magico della carta. Con assoluta modestia mi confessa che il suo “mestiere” di origamista non è ancora terminato, rimane sempre qualcosa di nuovo da imparare, vedendo le sue creazioni si fatica a crederle.
Elena Oddone con il suo Sansone
555 moduli
Con il termine origami si intende l’arte di piegare la carta e la tradizione vuole che non vengano utilizzati altri componenti se non la sola carta. Un unico foglio ripiegato più e più volte, di diverse dimensione che alla fine formerà un oggetto. Le tecniche usate si dividono fondamentalmente in due branche: l’origami tradizionale, cioè creare un oggetto, piccolo o grande che sia, usando esclusivamente un singolo foglio e la tecnica modulare, che consiste nel creare diverse forme che, se incastrate tra loro, andranno a formare l’oggetto desiderato. Tutto senza l’ausilio di colla, di graffette, o  quant’altro: solo carta. Molto affascinante! Una disciplina che induce alla riflessione, alla concentrazione. La nuova tendenza è quella di usare fogli rotondi invece che quadrati o rettangolari.

La visita termina e come spesso succede, dalle piccole cose c’è sempre da imparare. Grazie a questa iniziativa ho riaperto il baule dei ricordi e ho scoperto una cosa nuova, il mondo della carta ripiegata.

Ho realizzato un video che riassume la giornata. Se volete vederlo cliccate qui.

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Link utili
Museo Etnografico Gambarina 
Invasioni Digitali

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2 pensieri su “Invasioni Digitali ad Alessandria – seconda parte

  1. Una bellissima invasione anche la tua! Sai che sono un'appassionata di origami? Soprattutto quelli modulari. Ho un sacco di libri e a New York ho perfino visitato l'Origami Center a Greenwich Village. Dicono i giapponesi che “finchè le mani sono occupate l'animo è in pace” e così li ho presi in parola!

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