Lanzarote. La perla nera

E’ da molto che non aggiorno il mio diario di viaggio, nonostante il periodo terribile che stiamo vivendo, è ritornato forte il desiderio di viaggiare, lo sento come un attraente esigenza interiore, un pensiero costante che non mi abbandona. E’ ritornata anche la voglia di scrivere quindi, in attesa che si avveri presto il mio desiderio, riprendo il diario per annotare una delle più belle esperienze da noi vissuta. Con la mente devo tornare indietro nel tempo, marzo 2019, sembra così lontano. Non è facile condensare in un solo post tutto il soggiorno, questo sarà solo il primo.
La storia racconta di un pezzo di terra al largo della costa nord occidentale africana che conserva ancora la sua anima primitiva, selvaggia ed esprime forza, potenza della natura e straordinaria bellezza come mai mi sarei aspettata.

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La storia di Lanzarote, una delle isole canarie, fatta di grandi cambiamenti geologici, nasce milioni di anni fa e non si può parlare di Lanzarote senza parlare dei suoi vulcani, perché sono l’essenza della sua stessa esistenza. Le eruzioni dei secoli passati hanno sempre costruito un dialogo continuo tra acqua e fuoco, modificando, ridisegnando, in epoche diverse, il paesaggio incredibile che oggi possiamo ammirare. Il terreno è costituito in gran parte da lava solidificata e scarsa vegetazione. I vulcani sono tutti inattivi tranne quelli contenuti all’interno del parco Timanfaya. L’isola nera seduce con il suo aspetto extra terreno e noi siamo inevitabilmente conquistati dal suo fascino, i colori isolani possono sembrare monotoni ma allo stesso tempo possono sorprenderti all’improvviso, li vedremo insieme.
Lanzarote è considerata Riserva della Biosfera UNESCO con una annotazione di particolare prestigio. Grazie all’armonica simbiosi tra natura e uomo il titolo dell’UNESCO non è da riferirsi solamente all’isola in quanto territorio ma comprende anche tutti i suoi centri abitati.

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Atterriamo all’aeroporto di Arrecife, avevo prenotato un auto e al nostro arrivo il primo impatto con l’isola è stato sorprendentemente semplice, l’auto prescelta viene sostituita con una di categoria superiore al medesimo costo, la burocrazia è snella, poche scartoffie, una firma, chiavi e si parte. Premetto che tutta la permanenza è stata comoda, senza intoppi, facile, condizione ideale per un soggiorno sereno. Le strade di Lanzarote sono curatissime, le indicazioni chiare, è davvero un piacere guidare. Devo dire che le mie aspettative sono alte sul luogo scelto per il nostro soggiorno e mentre il sole comincia a calare non vedo l’ora di arrivarci, i primi paesaggi ci scorrono accanto. Arriviamo a Playa Quemada con il buio, rimandiamo la conoscenza del piccolo borgo all’indomani. Il luogo delizioso è un piccolo e tranquillo agglomerato di casette bianche (tutte le abitazioni dell’isola sono dipinte di bianco), che occupa una stretta striscia di terra affacciata sul mare, è abitata da una manciata di residenti, in piccola parte pescatori, e pochi turisti: non posso chiedere di più.

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La nostra casetta è proprio carina, offre tutto quanto richiesto e con qualche accorgimento in più sarebbe perfetta, ma il pezzo forte è sicuramente la terrazza privata direttamente di fronte al mare. Piero trova subito il punto ideale per piazzare l’antenna – il suo zaino contiene una completa stazione radio – il luogo ispira davvero molto e io non riesco a staccare lo sguardo dal panorama che mi circonda, il mare che luccica da un lato, la distesa di terra a perdita d’occhio sul lato opposto, le nuvole: un paesaggio davvero incantevole.

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L’aspetto urbano di tutta l’isola si deve in parte a un uomo e alle sue battaglie sociali. Grazie all’intuito di Cèsar Manrique, artista eclettico e visionario, e alle conseguenti prese di posizione spesso sfociate in manifestazioni di protesta, diventa presto un simbolo iconico a difesa di uno sviluppo edilizio controllato della sua terra. L’artista vuole preservare la bellezza naturale dell’isola e indica le basi per uno stile urbanistico da seguire volto a limitare la cementificazione selvaggia che un turismo di massa potrebbe inevitabilmente portare. Molte sue opere sull’isola lasciano impronte profonde della sua espressione artistica culturale. Cosa fare sull’isola? Molte cose, vi racconto le mie.


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Informazioni Utili:
Turismo Lanzarote
Aeroporto Arrecife
CACT ente turismo-culturale Lanzarote
Fondazione Cèsar Manrique


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