Locorotondo, fascino e armonia.

“Le città della Valle non sono tutte uguali” è vero, sono d’accordo con questa affermazione, i borghi hanno un particolare comune che è quello di avere le case tutte dipinte di bianco ma non per questo possono definirsi uguali, in realtà ogni città mostra il suo carattere ben delineato come Locorotondo ad esempio.

Il suo nome deriva dal fatto che partendo dal nucleo centrale la città si è urbanizzata in modo circolare. Il suo nome in passato non era questo, prima fu Casale San Giorgio, per celebrare il suo santo, poi Casale Rotondo, poi ancora Luogorotondo e infine, nel 1834, la città adotta il nome attuale in modo definitivo.

Quando la si guarda da lontano, quando si è ai piedi del colle che innalza la città, con i suoi terrazzamenti, i suoi muretti a secco, le stradine che salgono dolcemente a zig zag, mi ricorda un paesaggio dentro una palla di vetro.

Se si percorre Via Nardelli, che abbraccia il borgo da questo lato, si ha una bellissima vista sulla Valle d’Itria, gli abitanti ne vanno fieri e hanno chiamato simpaticamente la strada “lungomare” anche se il mare, per motivo di distanza, non può essere visibile. Sulla via si affacciano molti locali, i tavolini sfiorano il muretto sul panorama, io la immagino di sera con le luci: dev’essere uno spettacolo!

Arriviamo relativamente presto in visita alla città, lasciamo l’auto in una via comoda e poi a piedi risaliamo Corso XX Settembre che ci porta all’entrata della città vecchia. Su in cima possiamo ammirare un bel panorama dal belvedere, un altro punto di vista sulla Valle, sul lato opposto della strada un ingresso commemorativo ci invita ad entrare. Il borgo rotondo è chiamato U Curdunn dagli abitanti e la sua tipicità sta nelle sue case chiamate Cummerse, i tetti sono spioventi e sono ricoperti dalle chiancarelle, lastre calcaree provenienti dalle zone circostanti poste a secco sulla sommità della struttura. Generalmente le case tipiche in questa regione sono i trulli, oppure costruzioni con i tetti piatti, a Locorotondo viene adottato anche questo tipo di copertura dal tetto spiovente utile per la raccolta delle acque piovane.

Il cuore spirituale del nucleo storico cittadino, nonché il punto più alto della città, è occupato dalla Chiesa madre, la basilica è dedicata al santo patrono San Giorgio, da cui deriva il nome primordiale della città.

Pensando alla Chiesa Madre mi torna in mente un fatto successo il giorno prima, lo racconto perché è davvero carino: cosa può nascere da un contatto casuale con persone sconosciute. Il nostro alloggio era posizionato, nella piacevole campagna itriana a circa 8 chilometri da Locorotondo, che si divide tra oliveti e vigne. Quel pomeriggio usciamo per una passeggiata nei dintorni del piccolo agglomerato di case. Arrivati alla fine del centro abitato, la strada continua con una bellissima vista sui campi a perdita d’occhio e poi termina con le ultimissime sparute abitazioni della zona.

Mentre ammiriamo il panorama incontriamo una signora con la quale scambiamo un saluto. Chiediamo un’informazione e da lì inizia una bella chiacchierata, scopriamo come avviene la raccolta delle olive e altro ancora. La signora ha un bel sorriso gentile, parla volentieri, a un certo punto ci fa cenno di seguirla, indica un punto in lontananza dicendo che da quella parte c’è Locorotondo. Ci porta a conoscenza che sua figlia è una pittrice e ha un laboratorio in città. La nostra visita era programmata proprio per il giorno seguente e lei ci chiede di portare i suoi saluti alla figlia. Non potevamo far altro che accogliere la sua tenera richiesta.

Il laboratorio sopra citato, come indicato dalla signora, lo troviamo giusto a lato della Cattedrale, una bottega piena di tante bellissime cose da osservare con curiosità. Dopo aver assolto il compito affidatoci, notiamo che accanto al laboratorio si trova uno dei vicoli più iconici della città.

Sullo sfondo si staglia la sagoma di una casa tipica, ed è ben visibile quanto sia ripido e acuto il triangolo sulla sommità della struttura sul quale si appoggia il tetto spiovente di una cummersa. Guardando la struttura è intuibile come possano essere facilmente recuperate le acque piovane.

Splendido borgo che suggerisco di visitare nei mesi meno frequentati dal turismo di massa, camminare tra i vicoli nella seconda metà del mese di settembre è davvero rilassante e da modo di godere di ogni piccolo dettaglio con più attenzione.

Come tutte le città della Valle d’Itria anche Locorotondo fa parte di un percorso enogastronomico da tenere in considerazione. Si trovano diversi siti online che propongono tours a tema. Al di là dei percorsi suggeriti, che possono essere utili per non perdere buone occasioni, il consiglio che mi sento di dare è quello di lasciarti trasportare dagli occhi e dal cuore, non si sbaglia mai.


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