Guggenheim Bilbao, magia al titanio.

Apro di nuovo il mio album dei ricordi per includere il penultimo viaggio realizzato l’anno prima dell’inizio della pandemia, ancora così vivido nella memoria, un viaggio che desideravo da molto tempo. Una mini vacanza di sole due notti dedicata ad un prestigioso contenitore che parla di equilibri e leggerezza, di tecnica portata ai più alti livelli che abbraccia l’arte, quell’arte concettuale che trasforma i sogni in realtà e di come tutto questo possa esprimere magia, incredulità. Parla di una struttura che è diventata sinonimo di ingegneria all’avanguardia per eccellenza e di come in breve tempo sia divenuta il simbolo della città basca: il Museo Guggenheim di Bilbao.

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Il progetto del museo di arte contemporanea è opera di Frank Gerhy, un architetto che non ha bisogno di presentazione. La realizzazione del progetto lo consacra a star di fama mondiale, egli ridisegna un’area della città che doveva essere riqualificata e la rende un capolavoro, credo che nessun cittadino, passeggiando al di fuori del cantiere, potesse prevederne il risultato infatti nel 1997, anno dell’inaugurazione, gli abitanti ebbero pareri contrastanti. Ben presto l’eco dell’opera di Gerhy risuonò lontano, la città acquisì la consapevolezza della trasformazione tant’è che venne coniato il termine Effetto Bilbao. Il museo dona lustro a una città diventata in breve tempo meta turistica di risonanza mondiale e anche chi espresse pareri negativi ben presto dovette ricredersi.

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Quella mattina arriviamo quando il museo è ancora chiuso. Il primo impatto alla vista dell’edificio mi emoziona, è grande ma forse meno di quanto me lo aspettassi. Nonostante la sua mole sia oggettivamente enorme, assurdamente audace, trovo che la collocazione sia perfetta, come fosse una creatura aliena atterrata in quello spazio per destare stupore. Il rivestimento delle lastre in titanio riflette, crea giochi di luce, ammalia, peccato che il tempo non sia dei migliori, una giornata di sole avrebbe potuto regalarci effetti sorprendenti. Lo stupore continua anche all’interno dove nulla è scontato e l’esclamazione più frequente è “Ma come è possibile!” La visita dedicata alla ricca collezione è continuata per il resto della giornata interrotta soltanto da una pausa pranzo consumata nel bistot interno, nel tardo pomeriggio lasciamo il museo sotto una leggera pioggia: Piero è esausto, io sono stanchissima e felice.

Ma Bilbao non è soltanto il Guggenheim, è anche una bellissima città con tanto da offrire, il mio consiglio è di passeggiare con calma tra le vie del Casco Viejo, il quartiere più antico della città, dove potrete immergervi tra i colori e i sapori della vera Bilbao. Mentre siete tra i vicoli dalla città vecchia e sentite un languorino, dirigetevi senza indugi verso il fiume Nervión dove incontrerete un bel edificio in stile Art Decò: entrate al grande Mercado De La Ribera. Impossibile non notarlo, la sua sagoma ricorda una nave a tre piani ormeggiata sulla sponda del fiume, un piano è dedicato alla gastronomia, vi sono molti stand che servono dell’ottimo cibo, non perdetevi un assaggio dei pintxos nelle più svariate versioni.

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Bye bye Bilbao, grazie per averci regalato un pò di magia.


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Informazioni utili:

Museo Guggenheim Bilbao
Bilbao Turismo





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