I merletti di Monsieur Eiffel

Nel 1889 viene progettata per l’esposizione universale da Gustave Eiffel e il suo team, l’accordo era quello di “smontarla” dopo venti anni dal suo assemblaggio… e invece no! La torre convinse  tutti – quasi tutti – gli scettici e diventerà il simbolo della capitale francese.

La prima volta che la vidi fu nel 1995 e ancora oggi – ormai la quinta volta – quando le passo accanto ne rimango affascinata. Non si può pensare a Parigi senza la sua torre eppure, al tempo della sua progettazione, il rischio fu reale. I lavori erano appena iniziati e già un folto gruppo di intellettuali e artisti di quel tempo si opponeva alla costruzione, la protesta arrivò a definirla “inutile e mostruosa”. L’intellighenzia di fine ‘800 non si capacitava di come l’enorme “scheletro di ferro” potesse arrogarsi il diritto di dominare sulle bellezze parigine e diede vita a pesanti manifestazioni di dissenso.

Guardandola oggi, si percepisce quanto potesse essere ambizioso il progetto per il periodo, ma il capolavoro di ingegneria meccanica, che abbracciava il mondo dell’arte, non convinceva, Parigi in quel periodo non era ancora pronta per accogliere un’opera di tale portata. Eiffel si difese rivolgendo una domanda ai suoi oppositori “Perché la forza non può portare con se anche la bellezza?”. In verità quando si vede la torre da lontano svettare verso l’alto, la sensazione è un mix di forza e leggerezza allo stesso modo. Una volta arrivati a pochi metri si può notare che Eiffel non ha per nulla tralasciato l’aspetto estetico della sua creatura, basti osservare i gentili “ricami” che si trovano sulle arcate inferiori dell’imponente costruzione.

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