Il castello di Les Baux

TourProvence 09/2023

Alla fine del borgo di Baux, descritto nel post precedente, si arriva in cima al monte e ci troviamo in una grande spianata la quale si affaccia sulla vallée des Baux sottostante, è una bella veduta molto estesa, appena sotto si notano campi coltivati a olivi e vigneti, mentre alle nostre spalle si possono notare i resti del muro di cinta del castello il quale è visitabile pagando un biglietto d’ingresso, a disposizione si trovano anche le utili audioguide che permetteranno di comprendere meglio il percorso durante la visita.

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Oltrepassata la biglietteria, entriamo in una zona aperta coltivata a quello che sembra essere un grande giardino piantumato, come fosse l’ingresso che precede il castello. Il percorso continua con il sentiero in salita e subito incontriamo le riproduzioni di due grandi macchine da assedio a grandezza naturale di epoca medievale.

Lo spazio occupato dal castello è molto esteso, con i terreni annessi, l’area delle caverne troglodite e tutto quello che comprendeva le zone di servizio di pertinenza al castello come: le botteghe degli artigiani, il fabbro, il fornaio, ci sono i resti anche di una piccola cappella dedicata a santa Caterina con una delicata volta a crociera quasi intatta.

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Ci addentriamo nella zona occupata dal castello ma le rovine di ciò che oggi rimane non ci aiutano a ricostruire mentalmente gli spazi, neppure i contorni del palazzo e delle costruzioni accorpate ad esso. Tutto si confonde. La roccia che ora è visibile era il monte al quale il castello era addossato? Oppure quello che ora sembra roccia era il corpo stesso del castello, erano parte delle mura perimetrali che furono stravolte dopo gli attacchi subiti? Vedendo con i nostri occhi ciò che rimane possiamo meglio comprendere quale sia il significato di “rovina” quando si parla del castello di Baux.

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Les Baux viene ricordato per i fasti in epoca rinascimentale, i signori del castello erano molto potenti, dominavano una vasta parte del territorio compresa la città di Arles. Il villaggio era florido, i commerci erano solidi e permettevano di godere di un benessere a favore di tutti. Il borgo cresceva, lo si può notare dai suoi bellissimi palazzi in stile rinascimentale come l’elegante Hotel de Ville, il comune. Una leggenda curiosa narra che tra i membri della casata ci fosse anche Baldassarre, uno dei re magi, in effetti la stella di Betlemme è il simbolo che compare sullo stemma di famiglia.

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La cittadina di Les Baux viene ricordata anche per il suo declino che iniziò nel 1631 dopo una rivolta da parte del borgo contro il potere del re. Il ministro di stato, il potente cardinale Richelieu, ordinò che furono abbattuti sia il castello, sia il villaggio, procurando devastazioni così pesanti che fecero cadere in rovina il casato dei signori di Baux e da quel periodo non riuscì più a risollevarsi. Arrivò il diciannovesimo secolo e all’apertura di miniere nelle zone circostanti si scoprì un minerale che fece sperare in una ripresa economica del borgo che ne migliorò le sorti: La Bauxite (termine forgiato qui dopo la scoperta del minerale che compone l’alluminio). Poi fu l’era del turismo.


Carrières des Lumières

Non terminano qui le sorprese, il borgo di Les Baux ci vuole sorprendere ancora. Usciamo dal villaggio e facciamo una breve camminata di circa 5 minuti in una strada tra i boschi in quella che viene chiamata la Val d’Enfer. Entriamo in una cava enorme, improduttiva ormai da tempo, nel 1935 la miniera chiuse per la mancata richiesta del materiale e si pensò ad una conversione culturale, così divenne un teatro naturale scavato nella roccia che ispirò molti artisti.
Quel giorno, entrando in quell’ambiente così particolare, ci siamo immersi in un’esperienza sensoriale fuori dal comune.
Immagina enormi colonne cubiche allineate in uno spazio immenso, pareti alte 14 metri.
Immagina che dal buio, sulle bianche pareti e sul pavimento, piano piano prendano vita quadri di artisti tra i più famosi al mondo ricoprendo tutto l’enorme spazio disponibile, accompagnati da musiche sempre in perfetta sintonia con le riproduzioni.
Immagina ora di far parte di quel quadro in movimento… e niente, non si può raccontare, se capiti da quelle parti ti consiglio di non perderlo, è uno spettacolo unico.
Buio… sta per apparire un altro quadro.


La programmazione degli spettacoli digitali cambia ogni anno. Per il 2023 è previsto uno spettacolo al giorno in loop il quale è suddiviso in due temi:
– Da Vermeer a Van Gogh – i maestri olandesi.
– Mondrian – l’architetto dei colori.
Solo in alcuni giorni della settimana fa la sua comparsa anche il personaggio di Tintin.


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